Rivista 231 Rivista 231
     HOME     CHI SIAMO     COLLABORATORI     AVVISI/BANDI 231    TAVOLI 231      COME ABBONARSI
Email: Password:
Mar, 10 Giu 2025
LE RUBRICHE


GLI INTERVENTI
ANNO 2025
ANNO 2024
ANNO 2023
ANNO 2022
ANNO 2021
ANNO 2020
ANNO 2019
ANNO 2018
ANNO 2017
ANNO 2016
ANNO 2015
ANNO 2014
ANNO 2013
ANNO 2012
ANNO 2011
ANNO 2010
ANNO 2009
ANNO 2008
ANNO 2007
ANNO 2006
ANNO 2005


LE NOTIZIE


LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DELLE SOCIETÀ E DEGLI ENTI

Le indagini nel procedimento per l’accertamento della responsabilità degli enti

L'art. 55 d.lgs. 231/2001 prevede che il pubblico ministero quando acquisisce la notizia dell'illecito amministrativo (dipendente da reato commesso dall'ente), debba annotare “immediatamente” nel registro ex art. 335 c.p.p. gli elementi identificativi dello stesso, unitamente, ove possibile, alle generalità del suo rappresentante, nonché il reato da cui dipende l'illecito. Ovviamente, affinché si possa procedere all'iscrizione, occorre che il p.m. abbia apprezzato quantomeno il fumus della responsabilità dell'ente. Per quanto riguarda l'annotazione, invece, questa va fatta in un fascicolo autonomo rispetto a quello penale relativo al reato presupposto.

L'ente che intende partecipare al procedimento si deve costituire depositando nella cancelleria dell'autorità giudiziaria procedente una dichiarazione contenente “a pena di inammissibilità” una serie di elementi (denominazione dell'ente e generalità del suo rappresentante; indicazione di difensore e procura; sottoscrizione del difensore; dichiarazione e elezione di domicilio).

Tra gli atti che il p.m. deve prendere in considerazione in fase di indagine vi è l'inoltro dell'informazione di garanzia, che deve contenere l'invito all'ente a dichiarare ovvero eleggere domicilio nonché l'avvertimento che per partecipare al procedimento deve depositare la dichiarazione di cui all'art. 39, c. 2 (art. 57 d.lgs. 231/01).

Nessun particolare problema, in fase di indagini, pone il tema dell'accertamento del reato presupposto. Più complesso è invece l'accertamento investigativo sul presupposto dell'essere stato il reato commesso nell'“interesse o vantaggio” dell'ente, a mente del disposto dell'art. 5 d.lgs. 231/01. Una questione importante in sede di indagini preliminari è quella dell'applicabilità all'ente di una misura cautelare interdittiva. La norma di riferimento è l'art. 45 d.lgs. 231/01, il quale condiziona l'applicazione di una misura cautelare interdittiva, al pari delle misure cautelari personali, regolate dal codice di rito, all'esistenza del fumus delicti e del periculum in mora. Essa, si caratterizza per la tipicità e per i requisiti di idoneità, adeguatezza, proporzionalità e gradualità, prescritti dall'art. 46 d.lgs.231/01.

Per quanto riguarda l'ammissibilità del giudizio immediato, questa è pacificamente affermata anche dalla relazione governativa al d.lgs. in oggetto.

di Giuseppe Amato

[visualizza l'articolo completo]

LE RIVISTE

L'ULTIMO NUMERO

2 - 2025

Rivista 231 numero 2 del 2025

articoli abstract


TUTTI I NUMERI

RICERCA ARTICOLI

E' possibile filtrare l'elenco degli articoli compilando i campi sottostanti.

Ricerca per ANNO:

Ricerca per AUTORE:

Ricerca per SEZIONE:

Ricerca per TESTO:


INDICE ANALITICO





Questo sito NON utilizza cookie di profilazione ma solo cookie per il suo corretto funzionamento e l'analisi aggregata del traffico.