Responsabilità amministrativa degli enti: l’esperienza dell’Associazione Bancaria Italiana
L'esperienza associativa sul tema della responsabilità amministrativa deriva dal fatto che l'art. 6, comma 3, del decreto attribuisce alle associazioni rappresentative degli enti il compito di redigere codici di comportamento che servono come base di lavoro per la predisposizione, da parte delle imprese associate, dei Modelli Organizzativi: ABI, quindi, ha lavorato alla redazione di un codice di comportamento destinato alle imprese bancarie - denominato “LineeGuida” - documento che, secondo la procedura delineata dallo stesso decreto legislativo (e dal D.M. n. 201/2003) è stato poi approvato dal Ministero della Giustizia. Compito delle associazioni di categoria è pertanto quello di redigere codici di comportamento; compito (melius: onere) dell'impresa quello di predisporre Modelli Organizzativi, anche alla luce dei codici proposti dalla propria associazione di categoria.
Costruito il sistema di regole - esaurita, quindi, la mappatura, individuate ed espresse le regole comportamentali idonee al caso concreto - è necessario garantire ad esse enforcement: ciò passa per l'istituzione di un organismo deputato a vigilare sul funzionamento e l'osservanza delle regole, prima, e la creazione di un sistema disciplinare, poi.
L'art. 6, comma 1, del decreto fa riferimento ad un organismo “dell'ente”. Detta circostanza, unitamente alle considerazioni espresse, sul punto, nella Relazione illustrativa al decreto legislativo, fanno ritenere che esso non possa essere identificato tout court con un soggetto esterno all'ente medesimo, come, ad esempio, la società di revisione ovvero un team di consulenti esterni.
Infine, vi è la previsione di un sistema disciplinare, che può essere elaborato ed applicato a prescindere dalla rilevanza penale della condotta; esso è, infatti, autonomo rispetto all'eventuale azione penale e, anzi, deve rimanere su un piano nettamente distinto e separato dal sistema del diritto penale ed amministrativo, avendo una specifica funzione preventiva e non meramente punitiva.
In estrema sintesi, il lavoro dell'ABI sulle Linee Guida è, come ovvio, in continuo divenire, dal momento che il legislatore pare considerare, il d.lgs 231/2001 una sorta di “codice penale” delle imprese, nel quale vengono via via aggiunte nuove figure di reato-presupposto.
di Chiara Mancini
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