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7 giugno 2018 (c.c. 4 maggio 2018) n. 25979 - sentenza - Corte di cassazione - sezione II penale* (sequestro preventivo finalizzato alla confisca, diretta o per equivalente, di denaro, beni o altre utilità costituenti profitto di reato di estorsione e autoriciclaggio - integra il delitto di estorsione la condotta del datore di lavoro che, approfittando della situazione del mercato del lavoro a lui favorevole per la prevalenza dell'offerta sulla domanda, costringe i lavoratori, con la minaccia larvata di licenziamento, ad accettare la corresponsione di trattamenti retributivi deteriori e non adeguati alle prestazioni effettuate, in particolare consentendo a sottoscrivere buste paga attestanti il pagamento di somme maggiori rispetto a quelle effettivamente versate)



REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SECONDA SEZIONE PENALE

Composta da
PIERCAMILLO DAVIGO - Presidente -
PIERO MESSINI D'AGOSTINI
ANNA MARIA DE SANTIS - Relatore -
PIERLUIGI CIANFROCCA
GIUSEPPINA ANNA ROSARIA PACILLI
ha pronunciato la seguente

SENTENZA

sui ricorsi proposti da
1) … n. a … il …
2) … n. a … il …
3) … s.r.l. con sede in …
avverso l'ordinanza in data 5/1/2018 del Tribunale del Riesame di Brindisi
visti gli atti, l'ordinanza impugnata e i ricorsi;
udita nell'udienza camerale del 4/5/2018 la relazione fatta dal Consigliere Anna Maria De Santis;
udito il Sost. Procuratore Generale, Dott.Giuseppina Casella, che ha concluso per il rigetto dei ricorsi;
udito il difensore …, che ha chiesto l'accoglimento dei motivi proposti

RITENUTO IN FATTO

1.Con l'impugnata ordinanza il Tribunale del Riesame di Brindisi rigettava l'istanza ex art. 324 cod. proc. pen. proposta nell'interesse dei ricorrenti avverso il decreto del Gip del locale Tribunale che aveva disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, diretta o per equivalente, di denaro, beni o altre utilità costituenti profitto di reato fino alla concorrenza di euro 25.557,00.
Gli imputati sono attinti da incolpazioni concernenti le fattispecie di estorsione in concorso, per avere il … nelle successive vesti di amministratore unico della … srl, Presidente del Consiglio di amministrazione e coamministratore con poteri disgiunti, la … quale amministratore delegato e coamministratore con poteri disgiunti, mediante minaccia di non assunzione o di licenziamento, costretto una molteplicità di lavoratori dipendenti ad accettare retribuzioni inferiori a quelle risultanti dalle buste paga e a sopportare orari superiori a quelli contrattualmente stabiliti, con ingiusto profitto degli imputati e della società dagli stessi gestita in danno degli stessi nonché del delitto di autoriciclaggio continuato per aver destinato il denaro proveniente dal delitto di estorsione, per circa 508 mila euro, alla retribuzione in nero di dipendenti legati loro da particolare rapporto di fiducia. Alla … si contesta al capo S) l'illecito amministrativo dipendente dal delitto di autoriciclaggio previsto dall'art. 25 octies D. Leg.vo 231/2001 per l'avvenuto impiego nell'attività imprenditoriale del danaro proveniente dal delitto di estorsione continuata in modo da ostacolare concretamente l'identificazione della provenienza delle somme.

2. Hanno proposto ricorso per Cassazione … e la … srl a mezzo del comune difensore, deducendo:

2.1 il vizio di motivazione in relazione alla sussistenza del fumus commissi delicti in relazione al reato di autoriciclaggio. Lamenta la difesa che il Tribunale cautelare ha disatteso la doglianza difensiva sul punto, richiamando il provvedimento genetico per soste.....

 

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