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LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DELLE SOCIETÀ E DEGLI ENTI

I reati tributari "entrano" nel decreto 231: luci ed ombre di una riforma attuata con decretazione d'urgenza

Il d.l. 124/2019 (meglio noto come Decreto fiscale) conv., con modificazioni, nella l. 157/2019, ha apportato una significativa rivoluzione anche con riguardo alla disciplina di cui al d.lgs. 231/2001, estendendo la responsabilità amministrativa per taluni reati tributari alle persone giuridiche, società e associazioni anche prive di personalità giuridica. Si tratta di una estensione che era stata chiesta durante questi anni a gran voce, e costituisce, almeno allo stato, il punto di approdo di una lunga serie di implementazioni susseguitesi nel corso di questi ultimi anni del catalogo dei reati presupposto della responsabilità 231, anche a seguito di un ampio dibattito giurisprudenziale favorevole all'ampliamento. Tra l'altro, già la legge di delegazione europea per il 2018 (l. 117/2019) aveva recepito quella parte della Direttiva (UE) 5 luglio 2017, n. 1371 (cd. direttiva PIF) in cui si prevedeva di estendere la perseguibilità dei reati che ledono gli interessi finanziari dell'Unione anche alle persone giuridiche con particolare riguardo alle frodi legate all'IVA. Con il nuovo art. 25 quinquiesdecies, d.lgs. 231/2001 viene prevista la responsabilità dell'ente per le fattispecie penal-tributarie più gravi e, quindi, le dichiarazioni fraudolente (artt. 2 e 3, d.lgs. 74/2000), l'emissione di fatture false (art. 8), l'occultamento o la distruzione dei documenti contabili (art. 10) e la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte (art. 11). Le sanzioni pecuniarie corrispondenti variano tra un massimo di quattrocento e cinquecento quote. In caso di profitto di rilevante entità, la pena pecuniaria dell'ente viene aumentata di un terzo. Inoltre, in relazione agli illeciti tributari vengono previste anche le sanzioni interdittive del divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione, l'esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e il divieto di pubblicizzare beni o servizi. Si tratta di innovazione sicuramente importante, ma che presenta tuttavia delle criticità.

di Alessio Scarcella

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