L'estensione della confisca penale «allargata» ai reati tributari introdotti nel d.lgs. 231/2001 con l'art. 25 quinquesdecies
L'avvento della cosiddetta confisca allargata o per sproporzione nell'alveo del sistema penale tributario di cui al d.lgs. 74/2000, rappresenta, senza dubbio, la novità maggiormente rilevante introdotta nel settore della finanza pubblica nel trascorso anno 2020.
Con il d.l. 124/2019, il legislatore ha introdotto la misura della confisca per sproporzione in ambito penal-tributario; il nuovo art. 12 ter, rubricato «Casi particolari di confisca», rende possibile l'applicazione dell'art. 240 bis, c.p. a seguito della commissione di determinati reati tributari ed al ricorrere di specifiche circostanze.
La confisca per sproporzione, detta anche «allargata», è una misura ablatoria originariamente introdotta nell'ordinamento giuridico nazionale per contrastare i reati di criminalità organizzata, poi estesa anche ad altri delitti connotati da particolare pericolosità sociale, tra i quali, solo recentemente, il legislatore italiano ha inserito i reati tributari.
La confisca allargata prevede che al contribuente, in caso di condanna o patteggiamento, siano confiscati il denaro, i beni e le altre utilità di cui risulti titolare o avente la disponibilità, anche per interposta persona, in misura sproporzionata rispetto al reddito dichiarato o all'attività svolta.
In tal caso, si presume che il patrimonio del condannato oltre ad essere oggettivamente sproporzionato rispetto al reddito dichiarato, rappresenti il frutto di precedenti reati della medesima specie di quello già accertato.
di Mario Leone Piccinni
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