Blockchain e 231
Con il presente articolo si vuole tentare di fare il punto sullo stato attuale della «quarta rivoluzione industriale» (o Industry 4.0) nei suoi rapporti con la compliance aziendale e, pertanto, anche con quella di cui al d.lgs. 231/2001.
Della Industry 4.0 fa parte anche la tecnologia blockchain, in origine associata esclusivamente ai bitcoin e alle altre criptovalute e, negli ultimi due anni, oggetto delle applicazioni più svariate, anche nel settore della compliance.
Dopo brevi cenni esplicativi e terminologici, si tratterà del possibile impiego della tecnologia blockchain nella compliance aziendale ex d.lgs. 231/2001.
Molto spesso, si assiste alla moltiplicazione di costi e all'inutile dispendio di energie lavorative per le varie compliance (antiriciclaggio, anticorruzione, 231/2001 ecc.), tra loro interrelate, e, in generale, per l'effettuazione del risk assessment e si è costretti a una costosa e impegnativa attività di raccoglimento (per diverse finalità) e successiva comparazione di dati e documenti, attività sovente svolta manualmente, con aumento dei rischi di frode e errore.
La possibilità di poter usufruire di un registro aggiornato in tempo reale, non manipolabile, certificato e affidabile – condiviso con altri enti e istituzioni – permette di ridurre se non addirittura di eliminare i suddetti costi e rischi: ovviamente, ciò comporta necessari collegamenti con la normativa in tema di trattamento dati personali, che deve essere adeguata alla tecnologia in oggetto (normativa che, non a caso, è quella che presenta attualmente i maggiori «punti di frizione» con la blockchain technology).
di Antonio Salvatore
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