Società con sede all'estero e criteri di attribuzione della responsabilità ex d.lgs. 231/2001: compatibilità ed incompatibilità
Il contributo si pone l'obiettivo di analizzare la possibilità di applicare le norme in tema di responsabilità amministrativa degli enti alle società con sede all'estero che commettano uno dei reati presupposto della responsabilità ex d.lgs. 231/01 in Italia.
Il dibattito prende le mosse dalla considerazione che il decreto, nel disciplinare i criteri di attribuzione della responsabilità agli enti, prevede espressamente l'applicabilità delle norme in questione nei confronti di un ente che abbia la propria sede principale nel territorio italiano, ma che abbia commesso uno dei reati presupposto della responsabilità ex d.lgs. 231/01 all'estero; nulla stabilisce, tuttavia, con riferimento all'ipotesi inversa.
Al fine di analizzare compiutamente la questione, viene esaminato l'orientamento giurisprudenziale prevalente e ricostruito il meccanismo interpretativo che ha condotto i giudici di merito ad affermare, in due note pronunce, l'applicabilità delle norme in tema di responsabilità amministrativa agli enti aventi sede principale all'estero.
Vengono inoltre sottoposte all'attenzione del lettore le tesi contrarie, a sostegno dell'inapplicabilità della disciplina de qua agli enti stranieri, fondate su una lettura organica della disciplina di cui al d.lgs. 231/01, sull'esame della ratio che ha animato il legislatore a introdurla nel nostro ordinamento, sull'interpretazione delle norme in questione offerta dalla relazione al decreto, nonché da autorevoli voci dottrinarie.
Infine, per concludere, si propone una lettura analitica delle due tesi summenzionate alla luce dei criteri di attribuzione della responsabilità dell'ente, finalizzata a verificarne la compatibilità con l'impianto del decreto e, specificamente, con i criteri di attribuzione della responsabilità dallo stesso previsti.
di Paolo Maria Gemelli
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