La legge 262/2005 e il d.lgs. 231/2001: punti di contatto ed esigenze di coordinamento
La legge 262/2005 ha introdotto nell'ambito del d.lgs. 58/98 (TUF) una nuova sezione - la V-bis - sulla “redazione dei documenti contabili”. Il primo articolo di questa sezione - l'art. 154-bis TUF - introduce la figura del dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari (di seguito anche il “DP”). In virtù di questo art. 154-bis, il DP deve predisporre “adeguate procedure amministrative e contabili” per la formazione del bilancio d'esercizio e, ove previsto, del bilancio consolidato nonché di ogni altra comunicazione di carattere finanziario. La norma inoltre prevede che “l'adeguatezza e l'effettiva applicazione” di queste procedure siano oggetto di un'attestazione da parte del DP nell'ambito di una relazione allegata al bilancio d'esercizio o, eventualmente, al consolidato.
L'applicazione della metodologia che ci deriva dall'esperienza statunitense, assicura l'affidabilità dell'informazione societaria che rappresenta lo scopo della legge sul risparmio. Tale è, infatti, l'obiettivo che questa normativa si propone di ottenere rendendo obbligatori per le società che si rivolgo al mercato dei risparmiatori tutti gli adempimenti che garantiscono la correttezza dell'informazione societaria in modo da consentire a questi ultimi di effettuare scelte di investimento informate. Ebbene, anche per il d.lgs. 231/2001 una corretta gestione dei processi amministrativi costituisce uno dei requisiti dei Modelli di Organizzazione, Gestione e Controllo previsti dal Decreto (di seguito anche i “Modelli”). L'art. 6, comma 2, lett. c), infatti, espressamente chiarisce che i Modelli devono prevedere “modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire i reati” previsti dal Decreto. In altre parole, implementare un valido sistema di controllo sui processiamministrativo-contabili significa risultare compliance sia con la legge 262 che con il Decreto 231. La legge 262/2005, introducendo un regime di attestazioni in capo alla nuova figura del DP ha rafforzato il presidio sui processi di gestione delle risorse finanziarie dell'azienda che troppo spesso nei Modelli ex 231non sono stati oggetto di una trattazione e di un esame così come richiesto dal Decreto. In tal senso questa novità legislativa è da ritenersi positiva qualora si riesca, però, ad assicurarne un approccio integrato rispetto ai Modelli di Controllo già adottati in ossequio al d.lgs. 231/2001.
di Michele Pansarella
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