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Lun, 7 Ott 2024 |
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LA RESPONSABILITA' DEGLI ENTI NEGLI STRUMENTI INTERNAZIONALI MULTILATERALI - GLI STRUMENTI OCSE-FATF - di Fabrizio Gandini
1. La genesi della convenzione OCSE. Nel panorama internazionale, come abbiamo visto nei precedenti articoli , spetta al Consiglio d'Europa, in uno con le Nazioni unite, la primazia nella elaborazione teorica e nella conseguente adozione dei relativi strumenti in merito alla responsabilità degli enti derivante da reato. Nonostante ciò, gli strumenti adottati in subiecta materia dall'OCSE hanno esercitato un influsso notevole sulle scelte di politica criminale esercitate dal legislatore italiano. A questo proposito, è sufficiente rilevare che la legge 29 settembre 2000, n. 300, che all'articolo 11 prevedeva la: "Delega al Governo per la disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche e degli enti privi di personalità giuridica." , era finalizzata alla ratifica di una serie di atti internazionali, tra i quali anche la convenzione OCSE sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionali, fatta a Parigi il 17 dicembre 1997 (d'ora innanzi: la convenzione OCSE) . Il nesso tra l'adozione della disciplina in materia di responsabilità amministrativa degli enti in Italia e la convenzione OCSE è evidenziato, in modo chiaro ed univoco, nella stessa Relazione governativa al decreto legislativo 8 giugno 2001, n.231 ed è ritenuto pacifico in dottrina ed in giurisprudenza, ritenendosi la ratifica ed esecuzione della convenzione OCSE –e degli altri strumenti della Unione europea presi in considerazione dalla legge 300/2000- come la vera e propria occasio legis del D.L.vo 231/2001 . Prima di entrare nel merito delle disposizioni dettate in materia di responsabilità degli enti dalla convenzione OCSE, si sembra opportuno premettere qualche breve cenno sulla genesi della convenzione. Tali argomenti, infatti, saranno importanti al fine della interpretazione delle disposizioni convenzionali. La convenzione OCSE sembra trovare la propria genesi remota nel Foreign corruption practices act (FCPA), adottato dal Congresso U.S.A. nel 1977 al fine di proibire alle società statunitensi di corrompere pubblici ufficiali stranieri per conseguire o mantenere una business transaction . Senza entrare nel merito della discussione che portò alla adozione dell'FCPA, deve però ricordarsi che tale atto legislativo fu il prodotto della campagna di moralizzazione della attività delle corporations successiva allo scandalo del Watergate. Nel corso della inchiesta condotta dal Watergate special prosecutor, e delle successive audizioni avanti alle commissioni speciali del Congresso, si accertarono numerosi e reiterati rapporti illeciti –di natura corruttiva- intrattenuti dalle corporations statunitensi con funzionari di Governi stranieri, al fine di aggiudicarsi o di mantenere importanti business in quei paesi. La prassi fu ritenuta dal Congresso U.S.A. contraria non solo ai principi della economia di mercato e della concorrenza, ma anche agli stessi interessi della politica estera U.S.A., che doveva prevedeva il perseguimento degli interessi economici all'estero con metodi legali . Per mezzo del FCPA venne pertanto incriminata la corruzione attiva del pubblico ufficiale straniero, per tutte le persone fisiche o giur.....
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