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Mar, 26 Set 2023
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STRESS-LAVORO CORRELATO, DIRITTO PENALE E RESPONSABILITÀ DA REATO DELLE PERSONE GIURIDICHE - di Maria Antonella Pasculli, Diritto penale del lavoro, Università degli Studi di Bari



1.Premesse scientifiche. La ricerca di Hans Selye.

A parlare di "stress" per la prima volta non è un sociologo illuminato o un giurista previgente. La Sindrome Generale di Adattamento, "a syndrome produced by diverse nocuus agents", fu scoperta e studiata nell'arco di una vita da un medico endocrinologo (geniale per completare la sequenza) Hans Selye, autore (a soli ventinove anni) di una breve lettera pubblicata sulla rivista scientifica Nature (1936, 138 (3479):32) . Il medico descrisse il fenomeno come una "general alarm reaction of the organism, includendo tra le più comuni manifestazioni l'ulcera gastrica, la produzione di adrenalina, l'involuzione del sistema limbico etc.
La lettera è molto citata e a ragione. Vennero per la prima volta lanciati il concetto biologico chiave di stress e le conseguenti implicazioni del problema. Selye sottolineò - nella divulgazione su Nature - che "Stress in heath and desease is medically, sociologically, and philosophically the most meaningful subject for Humanity that I can think of" .
Selye, chiamato l' "Einstein of Medical Research", in realtà, scrisse oltre 1.500 articoli scientifici originali ed innovativi nello studio della medicina (il ruolo dei glucocorticoide, ormone steroideo da lui definito), 32 monografie come autore individuale e formò ben oltre 40 dottorandi, uno dei quali (Roger Guillemin) fu insignito del premio Nobel, proseguendo le ricerche del proprio maestro. Dimostrò per primo il ruolo determinante dell'ipofisi e della produzione dell'adrenalina nelle risposte da stress
Fu egli stesso negli anni successivi a definire i nuovi concetti di "distress " e "eustress", distinguendo la risposta negativa dell'organismo dalle emozioni positive.


2. Le spiegazioni fenomenologiche della Sindrome Generale di Adattamento.

Le ricerche di Selye e del suo gruppo hanno chiarito la complessa fisiologia delle tre fasi della sindrome generale di adattamento (General Adaptation Syndrome o G.A.S.). L'elaborazione delle tre fasi viene utilizzata in ambito lavoristico da psicologi e medici del lavoro per spiegare la tipologia di malessere che colpisce nelle varie forme un lavoratore su quattro (vedi ultra) . Si distinguono la prima fase dell'allarme (alarm) o della mobilitazione delle riserve; la seconda fase di resistenza (resistance) o controllo dello stress; la terza fase; la terza fase di esaurimento (exhaustion) o consumo delle riserve .
Durante la fase d' allarme l'organismo chiama a raccolta tutte le sue risorse disponibili per l'azione immediata, secernendo ormoni in grado di provocare opportuni cambiamenti in determinate funzioni organiche. In questa fase avviene un'intensa produzione di adrenalina (catecolamine) e una rapida accelerazione del ritmo cardiaco. Secondo le osservazioni di Selye il sistema biologico umano percepisce, a livello consapevole o inconsapevole, un fattore di stress, stressor, ossia un elemento inaspettato, nuovo o insolito, in grado di rappresentare una difficoltà o un potenziale pericolo .
L'ipotalamo provoca nell'organismo una serie di cambiamenti chimici ed elettrici con tre effetti immediati: la secrezione di ormoni specifici (il cortisolo e, soprattutto, adrenalina e noradrenalina in quantità dieci volte superiore del normale); la stimolazione di numerosi organi, nonché l'inibizione della motilità e secrezione dell'apparato digestivo; la produzione di beta-endorfine, che consentono, tramite l'innalzamento della soglia del dolore, di resistere a tensioni emotive, traumi fisici o sforzi più intensi di quanto sarebbe normalmente sopportabile.
Durante la fase di resistenza in cui ci si adegua, bene o male, alle nuove circostanze e, in pratica, fino alla percezione dei fattori di stress, l'organismo si adatta .
Fisiologicamente si assiste alla sovrapproduzione di cortisolo che ha, come conseguenza, la soppressione delle difese immunitarie, con conseguente indebolimento o la temporanea inefficacia delle funzioni immunitarie. Intervenendo il fattore temporale la prolungata riduzione delle capacità difensive moltiplica la probabilità di contrarre malattie infettive, - dal semplice raffreddore alla mononucleosi -, e sembra aumentare la predisposizione alle malattie autoimmuni come l'artrite reumatoide e la sclerosi multipla.
E' la fase rivelativa della sindrome in ambito lavorativo. Coloro che ne soffrono accusano un ritmo cardiaco accelerato, presentano muscoli scheletrici tesi, diventano facilmente consumatori abituali di sostanze eccitanti, come la caffeina o altre droghe, al fine di prolungare oltre i limiti naturali la fase di resistenza .
Durante la fase di esaurimento inizia la fase conclusiva della risposta da stress, caratterizzata da una rapida diminuzione dell' adrenalina, della noradrenalina e, in particolare, del glucocorticoide) nonché delle riserve energetiche. Da un punto di vista pratico il lavoratori cominciano ad assentarsi perché -esaurite le risorse energetiche naturali e non del proprio organismo - hanno bisogno di riposarsi (fisicamente) o non sono più in grado di reggere la pressione degli stressor (psicologicamente).
Più recenti studi sull'argomento hanno individuato la risposta umana agli eventi stressanti nel sistema adattativo dell'uomo, inteso quale "sistema biologico aperto" alla parti degli animali, che, esposti a minaccia o pericolo, aumentano il grado di vigilanza e di allerta; aumentano la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa, con produzione di glucosio e acidi grassi; inibiscono temporaneamente funzioni e modalità comportamentali che richiederebbero un surplus di energie. Sia nell'uomo, sia negli animali, pertanto, l'organismo sotto stress si modifica fisiologicamente a vari livelli per adattarsi nel migliore dei modi alla situazione di allerta o di pericolo .
Tali modelli fisiologici di adattamento dell'organismo umano richiamano i concetti di allostasi, temine coniato da Sterling e Eyer nel 1988 , per definire la capacità di mantenere la stabilità (dell'organismo) attraverso il cambiamento dello stesso, e di carico allostatico, termine introdotto per definire il prezzo che il nostro organismo paga per adattarsi alle condizioni mutevoli che affronta.
I sistemi allostatici (leggi adattativi) permettono all'organismo di adeguarsi alle situazioni di vita vissute, modificando alcuni parametri fisiologici allo scopo di mantenere le funzioni dei singoli organi ed apparati. Un eccessivo carico allostatico dettato da una eccessiva sovraesposizione ad eventi stressanti, comporta un logoramento delle cellule, dei tessuti e degli organi, compromettendone le funzioni.
I quattro tipi di danno da carico allostatico, descritti da McEwen e il suo gruppo di ricerca, si individuano nello stress cronico, ovvero eventi stressanti ripetuti nel tempo, che causano ripetute elevazioni dei mediatori dello stress per lunghi periodi di tempo; nel mancato adattamento ad un particolare stressor ripetuto nel tempo; nell'incapacità di blocco alla risposta, ovvero l'incapacità di bloccare la secrezione di ormoni di risposta allo stress o di ripristinare il ritmo circadiano al termine dell'evento stressante; nella inadeguata risposta ormonale, consistente in una non adeguata secrezione di ormoni in risposta allo stress, che porta all'insorgenza di patologie autoimmuni o di disordini immunitari vari.
Lo stress influenza, dunque, lo stato di salute dei lavoratori.
Agli occhi del giurista tali manifestazioni fenomenologiche sono indicative di ovvie manifestazioni nosologiche, più semplicemente definibili, come forme di malattia più o meno grave, con effetti pressoché immediati in ambito lavorativo. Le ricerche scientifiche sicuramente forniscono una reale indicazione tipizzante alla fenomenologia stress-lavoro correlato, ipotizzabile in chiave sostanzialistica.


3.I dati statistici alla base della riflessione.

Le riflessioni circa una possibile tipizzazione sostanziale del rischio psico-sociale legato allo stress lavoro correlato hanno la loro matrice oggettiva nei dati empirici diffusi a livello sovranazionale, nonché nella diversa mutazione genetico-sociale dei contratti di lavoro più flessibili, che fissi (leggi a tempo indeterminato) .
L'instabilità globale della post modernità ha dovuto "smantellare le rigidità del mondo del lavoro" . Perché gli investitori tornino ad investire, per infondere nuovamente fiducia, occorre rendere il mercato del lavoro flessibile, quindi "arrendevole e sottomesso", facilmente modellabile a seconda delle situazioni in ossequio al principio "universale" di sanità economica . Tutelando in primis solo il versante della domanda restano privi di tutela coloro che si trovano sul versante dell'offerta: "il lavoro viene e va, scompare subito dopo essere riapparso, viene spezzettato o sottratto senza preavviso, mentre cambiano le regole del gioco senza appello" .
Ne consegue che i nuovi modelli di organizzazione flessibile denuncino un preoccupante incremento di disturbi psicosomatici, legati all'instabilità, alla frammentarietà delle tipologie contrattuali, alla continua necessità di adattarsi ad eventi non voluti e non cercati. In un sondaggio della Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro del 2007 con riferimento al 2005, oltre il 20% dei lavoratori dei 25 stati membri ha ipotizzato realmente che la propria salute fosse a rischio. Un documento dell'Agenzia Europea per la salute e sicurezza sul Lavoro ha dimostrato che lo stress lavoro correlato lascia a casa un lavoratore su quattro, causando perdite in termini economici pari al 3% del PIL europeo complessivo .
In un'indagine condotta da Eurofound 2010 è stato evidenziato come l'intensità del lavoro fosse aumentata nella maggior parte dei paesi europei e che un campione rappresentativo dei lavoratori pari al 67 % in 27 paes.....

 

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