L'adozione del Modello 231 su iniziativa del commissario giudiziale: alcune note sui rapporti con il professionista incaricato
La figura del commissario giudiziale introdotta dall'art. 15, d.lgs. 231/2001, è stata già indagata in dottrina e giurisprudenza al fine di delimitarne il ruolo e le competenze, nonché di disciplinarne compiutamente gli adempimenti, con riferimento ai quali, tuttavia, poco è stato detto circa l'adozione e l'efficace attuazione del Modello di organizzazione, gestione e controllo che il legislatore rimette proprio alla «cura» del commissario 231.
Per tale motivo, dopo aver sinteticamente inquadrato sotto il profilo giuridico la figura del commissario, nel presente contributo si focalizza l'attenzione sugli adempimenti necessari per l'adozione del modello da parte di quest'ultimo: dal conferimento dell'incarico professionale al perimetro d'azione del modello e alle attività di risk assessment necessarie alla luce della situazione del tutto peculiare in cui lo stesso viene introdotto.
In relazione a tali attività, se da un lato è pacifico circoscrivere il ruolo, le competenze e i poteri del commissario, dall'altro è necessario interrogarsi sui rapporti intercorrenti tra commissario e professionista incaricato della redazione del Modello e sulle ricadute dell'operato di tali soggetti sull'effettivo ripristino della legalità nell'ente commissariato.
di Annalisa De Vivo e Carlo Nocera
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