L'inesausto incremento dei reati-presupposto e l'urgenza di una riforma deflativa
Muovendo dalla indiscussa constatazione che l'elenco dei reati-presupposto ha raggiunto, nel corso di quasi un ventennio, una voluminosità tale da compromettere l'applicazione – vuoi nei contesti aziendali, vuoi in sede di accertamento giudiziario – del d.lgs. 231/2001, l'articolo tratteggia alcune osservazioni critiche a proposito della(ennesima) occasione, di matrice europea, fornita al legislatore nazionale per infarcire il suddetto catalogo di ulteriori fattispecie delittuose. Esaurita questa premessa, viene ribadita l'urgenza di una moratoria nel ricorso allo strumento del diritto penale e, per quanto di interesse in questa sede, alle «innovazioni» in materia di reati che fondano il rimprovero penale nei confronti degli enti; una politica astensionistica a ben poco tuttavia servirebbe in assenza di una severa sforbiciata ai reati-presupposto: in quest'ottica, il presente contributo cerca di individuare le figure meritevoli di espunzione, senza peraltro trascurare una breve ricognizione degli istituti alieni al «mondo 231» ma, al tempo stesso, più efficaci e maggiormente utilizzati nel contrasto di talune fenomenologie criminose.
di Alessandro Bernasconi
[visualizza l'articolo completo]