Le garanzie processuali dell'Ente secondo la CEDU in materia di perquisizioni e sequestri nelle indagini antitrust
Pronunciandosi su un caso «francese» originato dal ricorso proposto da una società, riguardante le operazioni di perquisizione e sequestro svolte presso la sede legale, la Corte europea dei diritti dell'uomo ha dichiarato all'unanimità, con decisione definitiva, il ricorso irricevibile. La Corte ha osservato che le operazioni di perquisizione effettuate presso la sede legale della società erano state finalizzate ad acquisire le prove dell'abuso di posizione dominante e delle pratiche anticoncorrenziali mese in atto dalla società. La Corte e.d.u. ha rilevato che la società ricorrente era stata assistita da tre avvocati durante le operazioni. Le autorità giudiziarie francesi dopo aver valutato il provvedimento di sequestro di tre file, avevano considerato in maniera effettiva le allegazioni della società ricorrente. A tal riguardo, i giudici avevano accertato in particolare che la società ricorrente non aveva sostenuto che tutti i documenti protetti, i quali erano stati specificamente individuati, erano stati erroneamente sequestrati; inoltre, i giudici avevano informato le autorità amministrative del loro consenso alla restituzione di tali documenti. Le disposizioni di cui all'art. L. 450-4 del codice di commercio erano state pertanto applicate in modo tale da garantire il rispetto delle garanzie in maniera concreta ed efficace. Di conseguenza, in considerazione del margine di apprezzamento dello Stato in questo ambito, la Corte e.d.u. ha ritenuto che l'interferenza non era stata sproporzionata e che era stato garantito un giusto equilibrio tra la tutela della riservatezza dell'Ente e il diritto all'acquisizione di prove a carico dell'Ente medesimo.
di Alessio Scarcella
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