Il rating di legalità quale strumento di valutazione del rischio da reato: nuove frontiere della colpevolezza e della prevenzione nella responsabilità degli enti
Le recenti innovazioni legislative in materia di criteri reputazionali richiesti agli operatori economici, al fine di creare sistemi premiali per gli stessi, se uniti all'attività di moral suasion, portata avanti dall'Autorità Nazionale Anticorruzione, tendente all'adozione da parte degli stessi operatori economici di Modelli organizzativi, finalizzati alla prevenzione dal rischio-reato, evidenzia una spinta normativa verso la costruzione di un sistema di controlli preventivi sulle aziende. Il legislatore, nel mondo economico, preferisce, cioè, implementare la via della prevenzione dal reato, mediante sistemi di controllo interni creati dagli stessi enti. In tal senso è da considerare il Rating di Legalità, istituto già presente nell'ordinamento italiano, che, trova nel Codice degli Appalti, nuova linfa quale strumento premiale non limitato ai rapporti creditizi, ma principalmente utilizzato nelle gare pubbliche ed in generale per i contractors della P.A. Il legislatore, quindi, sembrerebbe aver intrapreso nuove strade di intervento del diritto penale nel settore economico, ed in particolare per quanto attiene la responsabilità dagli enti da reato, ove viene effettuata una pregnante operazione di moral suasion per l'adozione di modelli di prevenzione da rischio reato, richiamando, da una parte scelte interpretative non difformi da criteri proposti dall'EAL (Economic Analysis of Law), e dall'altra, rendendo di fatto obbligatorio l'adozione dei predetti modelli gestionali.
di Fabio Foglia Manzillo
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