Il Modello organizzativo 231 nelle strutture sanitarie
La struttura sanitaria che opera in regime di accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale – di natura privata o «mista» pubblico/privata – è un Ente a carattere imprenditoriale, a cui si applica la disciplina prevista dal d.lgs. 231/2001.
È proprio la delicata «attività sociale» svolta che rende doverosa l'implementazione, in seno a detta tipologia di struttura, del Modello organizzativo e gestionale 231, quale strumento atto a prevenire la commissione di reati cd. «presupposto» ed i fenomeni di «cattiva sanità» riconducibili all'operato dei soggetti apicali e sottoposti societari.
Orbene, le nuove fonti normative, introdotte a livello nazionale e replicate in quello regionale, qualificano come doverosa l'adozione del Modello da parte delle società che operano con il Servizio Sanitario Nazionale e le strutture appaltanti il servizio pretendono l'implementazione in quanto indice di rispetto della legalità e corretta nella organizzazione del servizio svolto.
Infatti, seppur gradualmente, il legislatore sta riconoscendo al Modello funzioni che eccedono l'originario ruolo di strumento di tutela dell'Ente in sede penale, diventando pre-requisito essenziale per la società che intenda rapportarsi o operare in convenzione con le p.p.A.A.
Il seguente contributo intende offrire la panoramica dei reati che maggiormente interessano le aziende che operano nel settore sanitario, evidenziare quali siano le aree maggiormente a rischio per la commissione dei fatti reato ed aprire un focus specifico sui fenomeni corruttivi nei confronti delle stazioni appaltanti.
di Michele Bonsegna e Laura Avantaggiato
[visualizza l'articolo completo]