Le indagini preliminari nei confronti degli enti: questioni controverse
Le indagini preliminari nei confronti dell'ente coincidono solo in parte con quelle nei confronti della persona fisica. In aggiunta agli elementi che provano la sussistenza del reato presupposto, l'inquirente dovrà, in particolare, dimostrare l'inadeguatezza del sistema di compliance. All'uopo, sarà necessario acquisire documenti ed informazioni sui modelli organizzativi adottati dall'ente e sul loro funzionamento in concreto; con la conseguenza che la stessa strategia investigativa dovrà essere ripensata. Può, infatti, rivelarsi più proficuo svolgere contemporaneamente (e non in successione) le indagini sul reato e sulla compliance, rimodulando gli stessi mezzi di ricerca della prova, a cominciare dalle perquisizioni e sequestri, da estendersi alla documentazione inerente l'attuazione del modello.
Le lacune della normativa, non completamente colmate dalla norma di rinvio, nei limiti della compatibilità, al codice di procedura penale, lasciano ancora aperte numerose questioni, dall'obbligatorietà dell'annotazione dell'illecito amministrativo alla fisionomia (e limiti) dell'interrogatorio nel procedimento a carico dell'ente, solo per citarne alcune.
Peculiare è, infine, la disciplina dell'archiviazione dell'illecito amministrativo, che si caratterizza per una marcata deviazione dall'archetipo del codice di rito, al quale dovrebbe essere, opportunamente, ricondotto, quantomeno nei casi in cui l'inconfigurabilità dell'illecito dipende direttamente dall'insussistenza del reato.
di Eugenio Fusco
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