Gli effetti penali della Voluntary Disclosure e la responsabilità da reato degli enti
La l. 186/2014 ha introdotto la disciplina del rientro dei capitali illegittimamente detenuti all'estero ed ha introdotto, al fine di evitare nel futuro tali forme di evasione fiscale, la nuova fattispecie incriminatrice dell'autoriciclaggio.
La adesione alla procedura di voluntary disclosure determina, sul piano penale, l'applicazione di una speciale causa di non punibilità per il contribuente in relazione ai reati tributari e di riciclaggio/reimpiego posti in essere per accumulare i capitali all'estero ed alle condotte di autoriciclaggio eventualmente poste in essere nel regolarizzare tali disponibilità.
Tuttavia la riferibilità di tale causa di non punibilità esclusivamente ai reati ed il peculiare regime dettato dall'art. 8 d.lgs. 231/2001 non esclude ed anzi rende probabile la configurabilità della responsabilità ex crimine dell'ente nel cui interesse siano state occultate disponibilità all'estero.
È, pertanto, ipotizzabile la insorgenza della responsabilità da reato dell'ente in relazione alle condotte di autoriciclaggio poste in essere trasferendo o trasformando le riserve extracontabili detenute all'estero nell'interesse dell'ente e degli intermediari o consulenti finanziari che consapevolmente agevolino o pongano in essere tali operazioni.
di Fabrizio D'Arcangelo
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