Metodologie di valutazione del rischio reato a confronto: profili giuridici ed economico-aziendali
L'individuazione delle attività nel cui ambito possono essere commessi reati costituisce elemento essenziale nella predisposizione di un Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ai sensi del d.lgs.231/01. Tale attività si concreta nella ricerca di tracce tra le fonti in grado di orientare gli operatori nella scelta di una metodologia di identificazione/valutazione del rischio-reato che dia garanzie di “adeguatezza”. La valutazione dell'idoneità afferisce al contenuto dichiarativo e descrittivo dello stesso, mentre la verifica dell'efficacia riguarda la sua concreta ed effettiva attuazione.
Sebbene la lettera della legge sembri legittimare l'impiego di una “metodologia base”, di mera identificazione del rischio-reato, l'intentio legis presuppone - ai fini di un giudizio d'idoneità del Modello - quantomeno l'utilizzo di una “metodologia evoluta”, proprio perché la produzione dello stesso costituisce una prova documentale fondamentale per dimostrare l'assenza della colpa di organizzazione.
La metodologia di base consiste nell'applicazione di un metodo che si potrebbe definire “binario”, nel senso che una specifica attività aziendale potrà essere o non essere esposta ad un particolare rischio-reato. In termini aziendalistici e di gestione del rischio, il principale limite di questo approccio è l'assenza di modulazione dei giudizi, limitandosi a rilevare il caso di “occorrenza” ovvero di “non occorrenza” delle attività sensibili presso l'ente. La risposta a tale indeterminatezza potrebbe essere l'adozione di un metodo “evoluto”, che permetta di graduare e ordinare le minacce di realizzazione dei reati presupposto. Questo approccio permette infatti di individuare i rischi a maggiore impatto, con l'ulteriore conseguenza di favorire investimenti in misure di prevenzione e controllo più efficienti. Lo sviluppo ulteriore del metodo (c.d. avanzato) prevede un intervento congiunto, ovvero disgiunto, sulla probabilità di accadimento dell'evento criminoso nonché sull'impatto dell'evento stesso sull'attività e sull'organizzazione aziendale, mediante l'utilizzo di scale di valutazione qualitative.
Il percorso di adesione alla conformità dovrà essere tanto più avanzato quanto più sia reale da parte dell'ente la volontà di dotarsi di uno strumento di organizzazione capace di prevenire efficacemente la realizzazione delle fattispecie di reato e, al contempo, di costituire una valida prova nell'ambito del processo penale.
di Vittorio Gennaro, Claudia Grilli e Nicola Piras
[visualizza l'articolo completo]